25 Aprile - Anniversario della Liberazione Nazionale

Nella seduta del 22 aprile il Consiglio Comunale di Narni ha approvato la proposta di intitolare il largo posto all’incrocio tra via Marcellina e via Gattamelata alla figura di Santuzza Catana Ronci.

Santuzza Catana Ronci (1911 -  2002)

Santuzza viveva con il marito Cesare Ronci e il figlio Stelio (1934-2014) in via Marcellina. Cesare era un operaio giornaliero e saltuario, occupato occasionalmente in lavori in fabbrica e agricoli, era anche emigrato per un breve periodo in Argentina ed era tornato a Narni prima della guerra. Il vero sostegno economico della famiglia era Santuzza con il suo banco di verdure agli “Scolopi” il mercato giornaliero.

Durante la guerra, persino nel momento più brutto dei bombardamenti su tutta la conca ternana la sua attenzione è sempre stata quella di garantire il nutrimento alla famiglia, fino a estendere le sue cure materne anche ai prigionieri di guerra e ai partigiani.

Dal novembre del 1943 al giugno del 1944 Cesare e Santuzza ospitano nella loro cantina renitenti alla leva, partigiani e fuggiaschi alleati, nascondendoli dietro alle grosse botti di vino e alle cassette accatastate, ma soprattutto danno da mangiare a quelli che passano di lì e Cesare, per evitare i sospetti e i controlli dei fascisti locali, accompagna partigiani e fuggiaschi americani in un rifugio nei pressi di Monte Santa Croce ove sono rifugiati gli uomini del Battaglione Manni della Brigata Gramsci.

Entrambi i coniugi sono in collegamento con la rete di partigiani che operano nella zona, e Santuzza fornisce protezione anche oltre la soglia di casa e li rifornisce di viveri e provviste che carica nei sacchi su un asino, portando con sé in questi spostamenti anche il figlio.

Santuzza, finita la guerra, torna al suo banco al mercato e continua ad essere il perno di una vasta famiglia, originaria di Itieli, composta di sorelle, cognati e nipoti, pronta a dispensare aiuti e consigli, esercitando un ruolo materno indiscusso.

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